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al testo di Fernando Massimiliano Andreoni
Ragazzo smarrito
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Ragazzo smarrito Anni Novanta e un cielo stellato, cerco una strada che non so se ho trovato, ma la tua immagine è nitida, chiara, ora ritorna più forte del lutto, con prepotenza, non so dominarla, come in quei giorni di un mese di maggio in cui il destino ti prese al suo laccio. E non dimentico mesi e stagioni, io ti rincorro e tu che t’inquieti, sembri un viandante, di più, un bimbo sperso, uno di quelli dell’isola magica, quella che trovi seguendo la stella, ma io, purtroppo, non sono il tuo Peter e mi ritrovo a bussare a portoni senza nessuno che trovi la chiave. E ne è passato di tempo e parole, finchè alla fine hai trovato la strada, fatta di cuori e lacrime e mani, piena di storie, intrisa d’amore. Trent’anni dopo e cerco la strada, ma non dimentico la tua risata. 21 febbraio 2020
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Arcangelo Galante
- 10/03/2020 12:37:00
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Le prigioni del cuore sono, realmente, le peggiori, specialmente quando si rimane affettivamente legati a chi si ha amato e magari non è più presente, nella vita di tutti i giorni. Alcune persone hanno la forza di evadere da quei labirinti sentimentali, costruiti nel percorso duna reciproca conoscenza, ma, nel caso dell’autore, egli fa comprendere, in modo lampante, quanto gli sia difficile sfuggire alla propria prigionia e spezzare le catene dei ricordi, ai quali si è legato, nonostante unevidenziata sofferenza interiore, come quella che pervade lintero testo. Si avverte una solitudine profonda nonché una ferrea malinconia che, con costanza, insegue il poeta ancora oggi. Accettare il transito del doloroso momento, forse, potrebbe essere utile a respirare una pausa di tranquillità, nell’attesa di riprendere a percorrere il cammino proprio, nonostante la sofferenza possa farci sentire un “ragazzo smarrito”!
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